Sergio Chiatto si muove in un arco assai ampio con le sue ricerche, che partono soprattutto dal Settecento e arrivano, si può dire, ai giorni nostri. Particolarmente significative e importanti quelle che riguardano “Istituzioni e Società a Rende a metà ‘700” e “Il paesaggio agrario di Domanico” (dal catasto “onciario” del 1743), o momenti di indagine e di riflessione sulla spedizione calabrese dei fratelli Bandiera e “consorti” del Giugno 1844 e sul sottosviluppo del Mezzogiorno - con la Calabria “Sud del Sud” - nonostante i provvedimenti “straordinari” del 1950. Né mancano approfondimenti su personaggi di rilievo. Si pensi al già citato Gustavo Valente, a Nicola Misasi, colto nella vita, nella letteratura e nella veste di animatore culturale della Cosenza del suo tempo, a Michele Pane, la cui figura a tutto tondo emerge in pagine puntuali di forte persuasività, sino all’argentino Oscar Montez, protagonista anch’egli, sebbene per altri versi, della Cosenza degli anni ‘60, allorquando, da parte degli studenti di scuola media superiore dell’epoca, con Sergio Chiatto fra costoro, s’invocava a gran voce l’istituzione di un Ateneo tutto calabrese.[…] Grazie ad una esperienza di vita aperta al sociale e all’associazionismo, attenta ai problemi che affliggono il mondo d’oggi, Sergio Chiatto in ogni sua ricerca non è mai “prigioniero” del singolo dato erudito e coglie sempre l’occasione per “volare alto” e parlare, così, al cuore dell’uomo e alla sua sensibilità.>> (Dalla prefazione di Enzo Ferraro)